Comunicare è fondamentale per l’uomo, influenza la qualità della vita e delle relazioni sociali e affettive. I bambini sviluppano il linguaggio crescendo, iniziano intorno agli 8 mesi con la cosiddetta “lallazione”, fino alla comparsa delle prime parole compiute intorno ai 2 anni.

Possono, però, presentarsi disturbi del linguaggio che possono manifestarsi già a pochi mesi di vita, ponendo attenzione ai prerequisiti della comunicazione: mancanza di risposte a suoni, mancanza di interesse per le persone e di sorriso sociale, limitato repertorio sonoro con scarse vocalizzazioni e ristretta comprensione di ordini semplici. Questi fattori possono rallentare o inibire lo sviluppo delle competenze linguistiche.

L’osservazione dello sviluppo del bambino consentirà di individuare i cosiddetti late talkers o parlatori tardivi: quei bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi, con capacità cognitive e comunicative non verbali nella norma, che presentano un ritardo della componente linguistica. Sono bambini che in questa fascia d’età presentano un patrimonio lessicale limitato (<50 parole a 2 anni), eccessiva lentezza nell’acquisizione di nuove parole e assenza di accenni di strutturazione frasale. Ma solo una piccola percentuale sviluppa un disturbo specifico, gli altri rientrano tra i late bloomers che presentano una situazione che si evolve positivamente entro i 36-48 mesi, con la normalizzazione, seppur tardiva, del linguaggio.
La diagnosi differenziale precoce tiene conto: del livello di comprensione linguistica; della capacità di imitazione; del vocabolario ridotto o assente in base all’età cronologica; del livello di attenzione condivisa; dell’iniziativa comunicativa; della reciprocità e dell’interazione sociale.


La prognosi dipende dalla gravità del deficit e dal tipo di componenti linguistiche compromesse: il disturbo è tanto più importante quanto più sono le funzioni interessate (fonologiche, sintattico-lessicali, morfologiche) e quanto più sono interessate le componenti della comprensione linguistica rispetto alle altre.
Le raccomandazioni terapeutiche per i disturbi del linguaggio conclamati prevedono sedute di logopedia, all’interno delle quali si proporranno attività per l’implementazione della reciprocità, dell’intenzionalità comunicativa e del patrimonio lessicale, e psicologiche con percorsi di parent training e sostegno alle competenze cognitive ed emotivo-relazionali.
Fondamentale per il successo terapeutico è integrare a 360° tutti gli interventi diretti e indiretti: indirizzando la famiglia sulle strategie comunicative più funzionali da adottare, sul contesto scolastico da prediligere, supportando con un counseling adeguato gli insegnanti e applicando modalità relazionali che coinvolgano attivamente il bambino.

Se hai dubbi sullo sviluppo delle competenze linguistiche e del comportamento del tuo bambino, non aspettare. Rivolgiti al tuo pediatra oppure al nostro team.

Forse le tue sono solo preoccupazioni di un genitore un po’ apprensivo (in quel caso verrai semplicemente rassicurato), ma a volte l’intervento preventivo è il modo migliore per cominciare ad aiutare il tuo bambino nell’acquisizione delle sue autonomie.