La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto in assenza di malattia o d’infermità, implica un’inscindibile unità tra la componente fisica e quella psichica della persona, così è definito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il concetto di salute.

Di fronte alla malattia questo binomio diventa imprescindibile e in ambito sanitario deve trovare risposta attraverso un approccio globale al paziente.

Nei team multidisciplinari dei nostri centri Anmic-Riabilitazione la figura dello psicologo lavora in stretta collaborazione con le altre figure professionali, prendendo in carico il paziente per aspetti sia di tipo diagnostico, con verifica delle competenze cognitive conservate e di quelle compromesse, sia di tipo riabilitativo.

Questo vale per ciascuno dei nostri reparti: dalla riabilitazione neuromotoria, alla ri-abilitazione evolutiva fino ai trattamenti di fisioterapia.

Parallelamente al percorso con il paziente, si lavora affiancando le famiglie e i caregiver per fornire supporto, informazione ed educazione per aiutare il paziente ad adattarsi ai cambiamenti di vita, eventualmente utili, e per seguire al meglio il piano terapeutico.

All’interno della pratica riabilitativa, il ruolo dello psicologo è fondamentale dall’accoglienza del paziente e della sua famiglia, alla progettazione dell’intervento riabilitativo, dalla messa in atto di pratiche e interventi psicoterapeutici, al monitoraggio per i miglioramenti o per le eventuali ricadute.

Lo ribadiamo spesso la riabilitazione è un percorso dinamico, che richiede collaborazione e compartecipazione tra le diverse figure sanitarie e socio – assistenziali coinvolte e il paziente, gli interventi di sostegno psicologico apportano un indispensabile contributo in tutte quelle situazioni in cui la vulnerabilità emotiva a cui è esposto il paziente, che presenta una malattia cronica o ha subito un infortunio, che manifesta dolori cronici o, come nel caso della ri- abilitazione evolutiva, affronta un particolare disturbo, potrebbe condizionare il lavoro riabilitativo e terapeutico.

Sono tantissimi gli studi scientifici che mostrano l’efficacia dell’intervento di sostegno psicologico durante i trattamenti riabilitativi, il benessere oltre ad essere fisico, è parallelamente mentale ed emotivo. Dare importanza ai vissuti mentali, sentirsi riconosciuti nelle emozioni che si accompagnano alla riabilitazione consente al paziente di velocizzare il raggiungimento degli obiettivi sul piano organico.

Negli ultimi anni si è assistito ad una integrazione sempre maggiore tra le  discipline mediche e psicologiche. L’esperienza della malattia coinvolge infatti la persona in tutti i suoi aspetti fisici, emozionali e relazionali; la disabilità, in particolare, è un evento destrutturante, che obbliga ad una valutazione della condizione psicologica del paziente e delle sue relazioni, per accompagnare e guidare al meglio le reazioni emotive, per contenere l’angoscia, per individuare e sostenere la parte sana, capace dell’adattamento migliore alla situazione.

Nell’ambito della riabilitazione assistiamo quotidianamente all’esperienza delle persona che devono fare i conti con la difficoltà di recuperare un’abilità perduta; in questo caso un progetto riabilitativo globale promuove un percorso per giungere alla costruzione di un nuovo concetto di sé, anche attraverso l’elaborazione dell’evento traumatico, la rimodulazione delle aspettative, delle relazioni, degli affetti e degli interessi, al fine di raggiungere i livelli massimi di autonomia.

L’intervento psicologico ha un fondamentale ruolo di collegamento ad integrazione dell’atto terapeutico svolto dall’intera equipe: supporta le modalità di approccio al paziente e alla sua famiglia e/o ai suoi caregiver; favorisce il processo di accettazione e adattamento alla patologia, facilitando la relazione terapeutica con l’equipe curante, sostenendo il paziente sul piano emotivo, promuovendo l’assunzione di responsabilità individuale nel processo decisionale, ma contemporaneamente, sostenendo l’assunzione delle responsabilità di cura da parte dell’equipe.

In questo modo si assiste ad uno scambio autentico, una reale condivisione delle scelte terapeutiche in lo psicologo contribuisce alla realizzazione di un modello di cura che comprende l’ascolto, maggiore attenzione alle esigenze personali e alla sofferenza emotiva del paziente, rendendolo più partecipe al proprio percorso terapeutico. Il lavoro col paziente e i familiari, d’altra parte, oltre ad offrire sostegno, favorisce la comprensione delle esigenze terapeutiche (e organizzative), con l’obiettivo di migliorare l’aderenza alle cure e mantenere la migliore qualità di vita possibile.