La vita dei neonati prematuri e delle loro famiglie è senza dubbio una grande sfida: i bambini hanno bisogno di maggiori cure, sostegno e attenzione e i loro genitori saranno fin dal primo momento coinvolti in percorso di crescita che parte in salita.

Nella giornata mondiale della prematurità che si tiene il 17 novembre, si vuole ricordare quanto la ricerca medica ha fatto nel prendersi cura dei neonati pretermine e, quest’anno in particolare, vuole accendere i riflettori sull’indispensabile ruolo delle famiglie.

I bambini nati prima della 37° settimana di gestazione vengono considerati prematuri. Nel mondo un bambino su 10 nasce prematuro, in Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri (il 7% del totale).

Dato che ha registrato un’impennata nelle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars-Cov-2: sono infatti il 19.7% le nascite pretermine, come è emerso dal Registro nazionale Covid-19 istituito
dalla Società Italiana di Neonatologia (dati al 27 luglio 2020).

Esistono diverse fasce di prematurità, più è precoce la prematurità, maggiori possono essere le criticità del neonato alla momento nascita.

I neonati prematuri sono classificati come:

  • estremamente pretermine: < 28 settimane
  • molto pretermine: 28 a 31 6/7 settimane
  • moderatamente pretermine: 32 a 33 6/7 settimane
  • tardo pretermine: da 34 a < 36 settimane e 6/7 giorni

A determinare le difficoltà e il rischio della prematurità contribuisce significativamente anche il peso alla nascita:  

  • < 1000 g: peso estremamente basso alla nascita
  • da 1000 a 1499 g: peso alla nascita molto basso
  • da 1500 a 2500 g: peso basso alla nascita

È fondamentale capire il prima possibile, dopo la nascita, le condizioni di salute del bambino così da adattare il tipo e l’intensità di cure ai bisogni specifici.

A fare la differenza è il coinvolgimento dei genitori fin dalle prime ore di vita del neonato prematuro, che spesso sono di ricovero in terapia intensiva neonatale.

I genitori devono essere considerati parte integrante del processo di cura e mai semplici visitatori.  

È ampiamente dimostrato dagli studi di neonatologia che lasciare libere le mamme di stare a contatto con il proprio bambino è importante per favorire lo sviluppo neurologico del neonato e consolidare il rapporto madre/figlio.

La personalizzazione, l’umanizzazione delle cure e l’attenzione tanto ai bambini quanto ai loro genitori non si devono esaurire, nel reparto di terapia intensiva, ma devono continuare anche quando la fase critica è finita, dopo la dimissioni e per tutto il percorso di crescita dei bambini.  

I controlli periodici sono indispensabili per valutare lo sviluppo neuro-cognitivo, motorio psicologico e comportamentale del bambino, ecco perchè sarà redatto uno specifico calendario che terrà conto delle esigenze del bambino cadenzando le visite specialistiche necessarie.

La strategia nutrizionale da adottare dopo le dimissione di un neonato prematuro dall’ospedale coincide con la promozione dell’allattamento materno, con la prevenzione o la pronta correzione dei deficit nutrizionali per garantire una crescita appropriata in lunghezza, peso e circonferenza cranica. Sempre più evidente appare come un’adeguata nutrizione e in particolare il latte materno rappresentino un fattore decisivo nell’influenzare non solo la crescita, ma anche lo sviluppo neuro cognitivo a lungo termine.

Lo screening e l’intervento da parte di un team multidisciplinare guidato dal neurologo è parte fondamentale della qualità della diagnosi e delle cure nei programmi di followup. L’obiettivo è quello di identificare e definire tempestivamente le anomalie maggiori, consentendo di mettere in atto gli interventi precoci necessari e seguirne nel tempo gli sviluppi.

Dai 24 mesi in poi nei controlli sarà importante identificare gli esiti minori e approfondire l’evoluzione motoria, neuropsicologica e comportamentale del neonato pretermine.

Un programma di follow up realmente utile deve includere anche la “presa in carico” della famiglia: un corretto counselling e un buon supporto psicologico e socioassistenziale che tenga conto delle difficoltà e dei bisogni dei genitore farà senza alcun dubbio la differenza nel benessere globale del bambino e nella serenità complessiva della famiglia.